lunedì 22 ottobre 2018

Pedalare con il cuore

Sono da sempre convinto che l’eterogeneità, la diversità, la multiculturalità sia un valore aggiunto. Le diversità che si uniscono fanno cultura, creano un tutt’uno imbattibile. E sono convinto che valga in tutti i campi del quotidiano. Quando tante menti pensanti, ognuna a modo suo diversa dall’altra, decidono che c’è un obiettivo da percorrere si trasformano in una marea di entusiasmo che tutto travolge e non si ferma davanti a niente. 
Tutto questo ho visto domenica.
La 14^ Pedalata per il Meyer è stata una ventata di ossigeno puro, fresco e lo è stata in un momento dove invece si respira quotidianamente pesantezza, paura, dove le fobie più disparate e la richiesta sempre più incessante di accelerare, di andare sempre più veloci è continua e martellante.
Che in una fredda mattina di ottobre centinaia di persone decidano di mettersi gli scarpini da bici per fare un’ottantina di chilometri non ha niente di speciale. Succede quasi tutti i fine settimana. Che le
stesse centinaia di persone decidano di farlo per un gesto di solidarietà non è affatto scontato. Niente è mai scontato quando si parla di gesti tanto nobili perché se così fosse vivremo in un mondo migliore. Se quello che abbiamo fatto fosse scontato significherebbe che l’homo sapiens ha finalmente capito che c’è una priorità nella vita, una priorità che non si chiama prevaricazione, violenza e sopruso ma tolleranza e solidarietà.
Alla partenza mi sono un attimo defilato per guardare con occhi distanti quello che mi stava circondando. Una babele di colori da far invidia all’arcobaleno, molti che sistemavano gli ultimi particolari con la dovizia che si usa prima di un matrimonio. 
E poi la partenza, un serpentone infinito che sapeva di buono, una catena umana che simbolicamente faceva sventolare uno striscione dove si leggeva  “Queste pedalate sono tutte per voi ragazzi!” unendo in un enorme abbraccio la nostra fatica e il dolore di quei bambini che in questo momento hanno i sorrisi soffocati.
Tutto ha funzionato alla perfezione anche grazie ai tanti volontari che, mentre noi coloravamo le strade del percorso, si sono rimboccati le maniche ed hanno continuato un lavoro iniziato molti giorni prima. Chi si è fatto i percorsi in macchina ad attaccare i cartelli indicatori, chi ha pensato ad acquistare tutto il materiale, chi ha cucinato, apparecchiato, servito, controllato, messo a posto, pulito e rigovernato. Pazzesco! Bellissimo!
È stata una domenica diversa dalle altre. Erano pedalate significative, ogni giro di pedivella aveva un peso, ogni centimetro di asfalto che mettevi sotto le ruote dava dignità al gesto. Sapevi che, questa volta, non stavi pedalando solo per te ma anche per un pezzetto minuscolo, infinito ma immenso che non ti appartiene. La famosa goccia in mezzo ad un mare da riempire sempre di più, nella speranza che ci sia buon vento e che le vele di questi bambini possano tornare di nuovo a gonfiarsi per farli sorridere e saltare.
Grazie a tutti.



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