venerdì 20 gennaio 2023

A riveder le stelle

 

Gennaio 2023 - Ne è passato di tempo dall'ultimo pensiero che ho messo su questo blog. In mezzo c'è stata una pandemia che ci ha devastati, cambiati e portati a vedere le cose in maniera diversa.
Due anni che hanno deviato il corso di alcune cose nella vita di tutti noi, e la mia non ne ha fatto difetto.
Il panno verde, le miniature, il lucido, il mondo del Subbuteo mi sono stati a fianco da quel lontano Natale del 1976 ma quest'anno, per la prima volta, qualcosa si era incrinato. Sopito l'entusiasmo se ne era andata quella tensione che, da sempre, ha caratterizzato la settimana prima di un torneo importante. 

Ai campionati italiani ci sono andato, ma sarei potuto essere a GardaLand e le sensazioni sarebbero state le stesse. Sono seguite settimane di riflessioni perchè così no, non andava bene. Non fosse altro per il rispetto che porto ad un mondo che mi ha visto crescere fino a diventare quello che oggi sono. Fortunatamente la vita mi ha regalato un amico, un vero amico: Marco è stata la spalla sulla quale ho potuto riversare tutte le mie perplessità e, anche grazie a lui, ho fatto scelte ponderate senza voli pindarici che mi avrebbero portato a chiudere, definitivamente, la valigetta nell'armadio.
Mi sono guardato intorno. Avevo un bisogno urgente di aria nuova, di energia che ridesse vita a quell'entusiasmo perduto. Sinceramente non ci ho messo molto a decidere cosa fare. In un angolino della mia mente c'è sempre stata la frase "se mai un giorno dovessi andare via da Firenze andrei a..." ed è così che ho preso il coraggio a quattro mani ed ho scritto un messaggio. 

La parola coraggio non ha niente di esagerato perchè ci vuole coraggio ogni volta che si decide di cambiare qualcosa nella vita, qualcosa che hai costruito nel tempo e che è diventata un tuo porto sicuro. Si, per cambiarla ci vuole coraggio perchè devi essere pronto all'errore, alla non accettazione, alla ripartenza. Ma forse è anche questo il bello della vita. Quel messaggio ha attraversato il mar Tirreno, probabilmente imbarcandosi a Livorno, sbarcando ad Olbia e dirigendosi verso Sassari. Si, perchè dopo "andrei a....", nel mio cervello, ha sempre fatto seguito: "Sassari".
Avevo sempre guardato quel gruppetto di giocatori dall'accento strano come un'anomalia, una piacevole anomalia, come la viola che trova la forza di sbucare fuori in un campo innevato. Compatti, uniti, giocatori bravi fortificati da quella passione che li portava ad enormi sacrifici pur di far scivolare le miniature sui campi di tutta Italia. Le risate contagiose me li facevano vedere come il proseguimento di quello che in tanti anni di lavoro avevamo creato in riva all'Arno. Un gruppo di amici che non ha bisogno di cercare altrove per esaltare la propia vocazione calcio tavolistica, che non ha bisogno del campione per trovare la soddisfazione che ti dà una vittoria. Molto meglio un secondo posto, ma tutto nostro!
Per tutto questo ero pronto alla "non accettazione". Che cazzo vuole 'sto giocatorucolo da serie C che ha addirittura la presupponenza di proporsi? Conoscendoli non mi avrebbero mai risposto in questi termini ma il succo del discorso poteva tranquillamente essere questo. Pensai che mi avrebbero liquidato con parole eleganti, magari ringraziandomi anche.
E invece. E invece avevo ragione. Ci avevo visto giusto.
Ho conosciuto persone meravigliose, dagli occhi sinceri. Persone che mi hanno aperto le porte senza domandare, per il solo piacere di accogliere. Persone che hanno dedicato il loro tempo per prepararla quest'accoglienza, e già questo è per me tesoro inestimabile. Quella pizza, mangiata in quel meraviglioso garage che gronda passione subbuteistica in ogni suo centimetro quadrato, è stata un viaggio a ritroso nel tempo lungo 40 anni quando i nostri garages erano spettatori silenziosi di partite epiche.
Sono tornato nel "continente" portandomi dentro tutte le vostre facce, cari fratelli. La strabordante simpatia di Mimmo, che ancora non riesco a capire quando prende per il culo e quando è serio; la faccia sincera di Fabrizio (Lay) che ha stampato negli occhi quanto una persona possa essere buona e limpida; quella del Presidente, burbero, silenzioso ma perfetto compagno in questo gruppo di amici. E poi Salvatore, il gigante buono, che mi ha commosso quando raccontando di suo babbo ci ha accolto nel suo spazio. Ho durato una gran fatica a non piangere e questo è tanta roba. Raffaele che per un'intera giornata ho chiamato Luca e me ne sono accorto solo al terzo bicchiere di cannonao la sera a cena. Glauco che io conoscevo solo per la sua maestria nel creare quei piccoli capolavori e che invece si è dimostrato anche molto, ma molto altro e le parole che mi ha mandato sono state l'ennesima conferma di quanto fortuna abbia avuto a scrivere quel benedetto messaggio. L'abbraccio di Simone, mai visto e conosciuto prima, è stato incredibile perchè mi ha dato la portanza di quanto questi ragazzi siano il porto sicuro al quale attraccare.
E poi la ciliegina sulla torta è stato condividere tutto questo insieme a Lollo e alla sua dolce Angelica. Con Lorenzo ci unisce da sempre, oltre alla passione subbuteistica, la fede "Hammers" che solo chi conosce la storia del West Ham può capire perchè l'appartenenza sia così dirompente. Conoscerti finalmente anche fuori dal contesto di gioco è stata davvero una piacevole scoperta.
Che dirvi. Promesse non ne ho, certezze meno che mai. Di una cosa sola mi faccio garante. Fino a che indosserò questa maglia, questi colori, non ci sarà una stilla del mio sudore che rimarrà nel mio corpo. E fosse anche solo stare intorno ai campi ad incitarvi lo farò come fossi uno di voi da sempre.
Questa si è una promessa.
Grazie