martedì 14 febbraio 2023

L'odore del pane

 

Cara zia, non sono molto bravo con le parole, mi riesce meglio far parlare gli occhi e a volte gli abbracci. Trovo che l'unica soluzione per mettere insieme tutto questo sia scrivere. E voglio scriverti cosa è stato per me lo zio Renato perchè a voce molto probabilmente non sono mai riuscito a dirtelo o a fartelo capire.

Ho camminato insieme a lui quando ero piccolo poi, crescendo, l'ho fatto sempre meno. Non posso farmene una colpa, ognuno prende le sue strade e quelli come me, orsi solitari, imboccano sentieri nascosti. Ma la strada che la vita mi ha permesso di fare insieme allo zio è stata una strada importante. Un cammino che segna e mette da parte. Quei passi non li vedi mentre li fai, li senti ma ti sembrano come tanti altri. E invece sono passi che dopo anni ti riportano in quei sentieri e ti fanno capire molte cose. Lo zio è stato per me uno di quei sentieri. Un porto sicuro dove sai che attraccandovi trovi saggezza. Da piccolo feci un disegno, che purtroppo non ho ritrovato ma del quale ho precisa memoria, nel quale un mio supereroe con un solo braccio stava costruendo una casa. E ricordo nitidamente che questo supereroe era più grande, molto più grande della casa che stava costruendo. Era l'immagine che, quel bambino, si era costruito del suo zio.
Ho il ricordo dello zio cacciatore, di quando a Montespertoli venivamo a mangiare il frutto della sua caccia. E non ho mai capito come diavolo facesse a prendere la mira, sparare e fare centro con un braccio solo! Ma erano particolari che davano peso a quel disegno, gli davano spessore e dignità.
Un pomeriggio, camminando lentamente lungo il muro che faceva da perimetro alla casa di Montespertoli tenne una lectio magistralis sull'evoluzione dell'uomo e tutte quelle parole erano perfettamente incastonate in quelle pietre alle quali, lui, aveva dato vita. Era riuscito a dare significato al tempo. Pietre che fino ad ieri erano "solo" pietre erano diventate cattedre universitarie, depositarie della fatica e del sudore. Tutto questo non è per niente scontato. Solo i supereroi riescono a vedere dove gli altri guardano.
Con il tempo ho dato valore anche a quelle interminabili pause che faceva quando ragionava su qualcosa. Ed è strano come il crescere dia peso a dettagli che prima sembravano un di più. Invece, anche stavolta, aveva ragione lui. Quelle pause a contorno del ragionamento non sono e non possono essere un peso, una noia. Danno il tempo di ascolto. E' una gentilezza, una mano tesa all'interlocutore pregandolo di entrare con lui in quel ragionamento. Qualcuno ha detto che bisognerebbe nascere grandi per apprezzare il tutto. Io non sono daccordo perchè mi sembra bellissimo, oggi, che l'ho salutato per l'ultima volta rendermi conto di quanto abbia dato senza che me ne rendessi conto.
E a te, cara zia, a te riserbo il mio bacio piu grande. Le parole che ti ho sentito dire, piangendo, sono state quanto di piu tenero, dolce e incommensurabile si possa volere ascoltare. Quel "Amore Mio" sussurrato ha fatto capire quanta bellezza e quanta giustezza avete condiviso con chi vi è stato vicino in tutti questi anni. Stamani mattina, da dietro una pianta di ulivo, guardavo i tuoi nipoti e mi è venuto da sorridere.
Siete anche questo. Siete come l'odore del pane.

Ciao Zio, non so adesso dove tu possa essere ma ovunque sia spero che tu ricontruisca quel meraviglioso muro.