lunedì 10 settembre 2018

Mentre tutto scorre

Tutto scorre, ti passa davanti dando la possibilità di guardare. Se hai voglia di tenere gli occhi aperti, di vedere ciò che ti era nascosto, se hai voglia di condividere percorsi ed emozioni sei vivo. Ed è una bella sensazione. La possibilità di viverla insieme ad altri occhi ne amplifica a dismisura la portata.
E' passato del tempo da quel magnifico, durissimo, Giro del Tortello dove un manipolo di perfetti sconosciuti mi ha consegnato le chiavi di casa. Giuro che dentro di me non sapevo come avrei potuto ricambiare quella incondizionata fiducia, sembrava quasi di non meritarla. Ma quelle pacche sulle spalle, quelle prese per il culo dell'inarrivabile Paolo, i messaggi di Mauro mi hanno dato la possibilità di mettermi in gioco. E' quando hai una possibilità che la vita ti sfida. Non hai più scuse, non puoi chiuderti nella banalità del "non potevo fare niente". Quel manipolo di perfetti sconosciuti avevano aperto una crepa. Dovevo solo vederla, riconoscere e scommeterci.
E' passato del tempo da quella mattina, ma il tempo è relativo e quantificarlo è esercizio arduo. Per
me è "tanto tempo" perchè tanto di me è cambiato. Un vortice di cose mi hanno abbracciato, sorriso, guardato, parlato. Tutto nuovo, tutto spaventosamente bello tanto da farmi capire che non potrà essere così per sempre e che qualcosa dovrà livellare l'entusiasmo e spingere il raziocinio a continuare la strada tracciata.
Ieri mattina eravamo davvero in tanti e in tanti abbiamo condiviso chilometri, buche, salite e discese. Mai e sottolineo MAI ho avuto la percezione del giudizio. Pedalare con questi ragazzi è meraviglioso perchè sembra di averlo sempre fatto, è meraviglioso perchè da dietro senti una voce che ti chiede se "sei Luca" e finalmente dai volto ad un nome e spessore a parole scritte su un messaggio. Ed è sempre un volto sorridente. Cosa preziosa. Vedi la tua compagna coccolata, incoraggiata e capisci che in questo mondo ci sono cose, momenti e persone per le quali vale la pena spendersi.
La salita è ancora un drago che fa paura, quando quel nastro asfaltato si impenna iniziano a farmi male anche i capelli ma ieri mentre salivamo gli strappi che portano ad Iano mi sono tornate in mente le parole di Alfredo Martini: "Dove non arrivano le gambe, arriva la testa. Poi il cuore!". Ed è così, è stato così. E quando le gambe ti fanno male e la testa è offuscata dalla fatica, al cuore fa davvero bene sentire che un compagno ti affianca e ti parla. Due parole, solo due parole che valgono più dell'acqua nel deserto.
In cima, alla fine della salita dove di solito ci aspetta il caffeino arrivo e arriverò sempre per ultimo. Ma non è sottrazione. Questo "ultimo" non toglie niente, anzi. E' moltiplicazione, perchè quando vi vedo tutti lì, insieme, arrivati già da diversi minuti e senza più fiatone, alcuni con il caffè già in mano e vi girate a guardare le mie ultime pedalate beh, in quel momento io sono felice.....e non posso chiedere di più!

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