lunedì 25 febbraio 2019

Occhi


Sabato, alla Coppa Italia in terra marchigiana, ho giocato poche partite, ne ho arbitrate di più e ne ho guardate tante. Una mi è rimasta addosso.

Ho conosciuto Lorenzo quando era davvero piccolo e da subito mi colpirono i suoi occhi: scuri, grandi, come il cielo di notte. Inseguivano il babbo come un segugio insegue la sua preda ma quando erano al sicuro, dentro al loro perimetro, guardavano curiosi. Oltre.
Non sapeva niente di questo mondo fatto di omini piccolissimi imprigionati su fantomatiche basi dalle qualità balistiche fantascientifiche. Tantomeno poteva rendersi conto che sarebbe diventato uno dei suoi mondi. Uso il plurale perché nel mio non conoscerlo posso solo immaginare quanti mondi stia sognando e quanti ne stia vivendo. Scrivo perché ne ho visto uno, che è anche uno dei miei mondi. Come tutti i suoi coetanei ne è la quintessenza. Per i ragazzi a cui è stato tracciato un sentiero pulito, onesto, è ancora un gioco e, di questo, ne fanno un punto di forza. Scevri delle malizie tipiche degli adulti, dal concetto di vittoria a tutti i costi, segno distintivo della frustrazione dei “grandi”, diventa una sinfonia il vederli giocare.

giovedì 14 febbraio 2019

Ciao Pirata

Maledetto, maledetto quel 14 febbraio.
Non ci volevo credere e ancora oggi faccio fatica. Hanno provato a cancellarti Pirata, ma non ce l'hanno fatta. Sui tornanti mitici delle grandi salite il tuo nome campeggia fiero, ancora inossidabile.
Il tuo essere ciclista era prima di tutto poesia. Era bello guardarti. Mi incantavo su quella pedalata rotonda, perfetta, cercando di capire quali rapporti stavi tirando. E poi guardavo il tuo volto, provando a capire i tuoi pensieri. Ma era impresa ardua perchè quando tradivi stanchezza spesso partivi come un colpo di fioretto. Erano ancora i tempi delle bandane e quando la toglievi era un momento di adrenalina pura, era come essere insieme su quella bicicletta. Il segno che qualcosa stava succedendo; era il momento che ci mettevamo a sedere sul bordo del divano come in attesa del rigore di Baggio ad USA '94.
1994! Ti vidi scattare prima sul Mortirolo e poi sul Santa Cristina andando a vincere davanti a due mostri quali Indurain e Berzin.
Da lì non ho più smesso di ammirarti. Di ammirare il tuo coraggio, il tuo stile e quella smorfia che ci faceva capire che saresti partito come una rasoiata.